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Folklore: Il Vampiro Petar

Buongiorno Amici Oscuri, oggi voglio parlarvi di una leggenda che si mescola alla perfezione con il folklore. Vi porterò con me in Serbia, nel 1700, per parlarvi del Vampiro Petar Blagojevich.

Vampirismo o Isteria?


Il caso di Petar è il presunto caso di vampirismo più documentato della storia, al punto tale di aver portato a una sorta di isterismo sul tema.
Siamo nel 1725, a Kisiljevo, un paese serbo di appena 800 anime, che convive ormai da 300 anni con la leggenda di un vampiro.
Poco dopo la morte di Petar Blagojevich, una serie di strani decessi comincia a colpire gli abitanti del villaggio. In otto giorni morirono nove persone, dopo malattie molto brevi, si parla di appena 24 ore, e tutte le vittime, prima di ammalarsi, hanno raccontato di aver visto il defunto Petar entrare nelle loro stanze, raggiunge il giaciglio dove erano coricati e cominciare a strangolarli.

La moglie di Petar dovette fuggire dal villaggio dopo che una notte l’uomo, ormai defunto, si presentò a casa, alla ricerca delle sue scarpe (era stato seppellito scalzo) e massacrò barbaramente il loro unico figlio.
Gli abitanti del villaggio, terrorizzati, chiesero aiuto a un sacerdote e a un procuratore dell’amministrazione austriaca, Formbald.
L’attesa per ricevere il permesso per dissotterrare il cadavere era molto lunga, e gli abitanti, col terrore che Petar potesse ucciderli uno dopo l’altro, minacciarono di abbandonare immediatamente il villaggio per salvarsi, allora Formbald, insieme al sacerdote locale, acconsentirono al dissotterramento del cadavere.

Il Cadavere

Formbald e il sacerdote Veliko Gradište hanno scritto un trattato dettagliato sulla riesumazione del cadavere di Petar.
Il corpo è stato trovato senza alcun segno di decomposizione, ma con capelli, barba e unghie cresciuti. Nella bara erano presenti anche le unghie vecchie, che gli erano cadute, e la cosa che colpì gli uomini presenti fu la pelle dell’uomo: era come fosse nuova.
La bocca del cadavere era piena di sangue, e questo gettò nel panico gli abitanti del villaggio che decisero di trafiggergli il cuore.
Formbald ha scritto, nel suo trattato, che quando gli uomini gli hanno trafitto il petto, fiotti di sangue fresco si sono riversati dalla bocca, dal petto e dalle orecchie dell’uomo.
Poi, hanno trascinato fuori dalla bara la salma, e l’hanno arso.
Il procuratore dopo aver consegnato il suo trattato alle autorità austriache, chiese espressamente di non prendere provvedimenti nei suoi confronti, in caso il governo avesse ritenuto le azioni compiute sbagliate, perché gli abitanti di Kisiljevo erano completamente terrorizzate e fuori di sé.
Il caso del Vampiro Petar in poco tempo fece il giro dell’Europa, alimentando leggende e un’isteria di massa.
Si pensava, infatti, che se una persona toccasse un cadavere, il defunto lo avrebbe tormentato e torturato fino a ucciderlo. L’unico modo per fermare quel gioco di morte era dissotterrare i corpi, trafiggerli con paletti e bruciarli.
E così, diversi casi di vampirismo cominciarono a essere documentati in tutta l’Europa dell’Est e del Nord, alimentando la leggenda sui Vampiri e gli spiriti della notte.

Chi vaga per le strade notturne di Kisiljevo?

Dopo aver arso il cadavere di Petar le morti nel villaggio si fermarono, e la normalità tornò, anche se non per molto tempo.
Al giorno d’oggi nessuno sa quale è la sua tomba, o se qualche discendente del vampiro abiti ancora la cittadina.
Ma il suo lignaggio ha impregnato la storia degli abitanti di Kisiljevo e il loro destino. Circa un centinaio di anni fa, gli abitanti del luogo hanno cominciato a raccontare la storia di Ruža Vlajna, una ragazza annegata nel Danubio.
Si dice che la si vede di notte, passeggiare vicino al vecchio cimitero, o camminare sulle acque del Danubio.
La donna attira a sé le persone, le chiama, le ammalia, per poi ammazzarle.
Quando scivola nelle abitazioni si diverte a scuotere i letti o spaccare pentole, prima di dissanguare le sue vittime.
La famiglia di Ruža non è mai riuscita a fermare la figlia, anche perché la sua tomba era vuota, perché la ragazza era morta annegata.
E oggi è ancora lì, quando cala il sole e le tenebre divorano il mondo, a passeggiare, malinconica, per l’eternità, alla ricerca di anime solitarie da uccidere e maledire.
Uno spirito errante, assetato di sangue, senza sepoltura e destinato alla solitudine eterna.


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