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Luoghi Oscuri: Il Teatro Iroquois

Ciao amici, torna il nostro tour alla scoperta dei luoghi più infestati del mondo. Oggi dovete vestirvi a puntino, perché vi porterò con me all’Oriental Theatre a Chicago, il famigerato Teatro Iroquois.

L’incendio

È il 30 dicembre del 1903, la matinée di Mr. Bluebird ha attirato un vasto pubblico all’Iroquois Theatre, tra cui molti bambini in vacanza. La sala è gremita, e dopo il grande incendio che anni prima aveva devastato Chicago, il teatro Iroquois è uno tra i luoghi più sicuri, definito all’epoca: a prova di incendio.

Durante il secondo atto prese fuoco una tenda, e di lì a poco l’intera struttura venne avvolta dalle fiamme. Non c’erano segnaletiche a indicare le vie d’uscita, scale antincendio e luci di emergenza. Le porte avevano una chiusura particolare, per impedire che le persone dall’esterno potessero intrufolarsi all’interno del teatro, e così molta gente rimase intrappolata dentro la struttura.

Furono vani i tentativi della sicurezza e del proprietario del teatro di cercare di spegnere l’incendio. Ogni cosa bruciava, tra cui le persone che cercavano disperatamente una via di fuga.

Death Alley

È questo il nome dato alla via situata alle spalle del teatro, dove, una volta spento l’incendio, furono ammassati 602 cadaveri carbonizzati, di cui la maggior parte erano di donne e bambini.
Quando giunsero i soccorsi era troppo tardi per tutte le persone rimaste intrappolate nel teatro. Le fiamme avevano già consumato ogni cosa.

Foto Web

Fantasmi

A fine anni ’20 il teatro fu ricostruito e ribattezzato Oriental Theatre, come se un cambio del nome potesse in qualche modo far dimenticare la tragedia che si era consumata al suo interno.
Da quel momento sono cominciate a circolare strane voci.
In particolare ha fatto il giro del mondo la testimonianza di Ana Gasteyer, che tra il 2005 e il 2009 ha preso parte allo spettacolo ‘Wicked’, proprio all’Oriental Theatre.



Ana racconta che dopo una performance avvenuta proprio il 30 dicembre, mentre raggiungeva il suo camerino, sentì un bambino scoppiare a piangere. In uno dei corridoi bui vide una donna con due bambini, indossavano abiti invernali. Erano spaesati, si guardavano attorno alla ricerca di una strada da percorrere, e la donna era molto triste. Poco dopo si allontanarono e scomparvero nel buio.

Quello di Ana non è l’unica testimonianza che riguarda presenze all’interno del teatro. Molte persone dello staff raccontano di sentire grida di bambini e pianti disperati echeggiare tra i corridoi in penombra.

Altri racconti di grida e pianti, ma anche di tocchi gelidi appena sfiorati, avvenuti a Death Alley hanno cominciato a rincorrersi durante gli anni, marchiando per sempre questa strada che aveva già accolto sul suo freddo asfalto 602 vite spezzate tragicamente.
Si dice che durante le giornate più calde, a Death Alley soffi sempre una brezza gelida, alcuni la hanno soprannominata ‘il vento dei morti‘.


Il teatro oggi

L’Oriental è tornato al suo splendore, vernice dorata e spettacoli, musica e abiti lussuosi affollano i corridoi e la grande sala, la tragedia è solo un vecchio ricordo, l’odore di bruciato ormai dimenticato.
Il teatro è anche meta di tutti i Ghost Tour che ci sono a Chicago, e per quanto si cerchi di renderlo luminoso, niente potrà cancellare la tragedia.

Io sono certo che, nei momenti di silenzio, in piena notte, qualcosa si possa veramente sentire, ma non le grida, bensì le risate di gioia dei bambini che erano lì quel 30 dicembre 1903, per divertirsi in compagnia delle loro madri.

Anche questa volta il sipario si chiude su un luogo oscuro, ammetto però con un po’ di malinconia.


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